Ho rispolverato questo estratto dell'opera Pharsalia di Marco Anneo Lucano, autore latino. Vecchi ritrovamenti di tempi andati, della mia adolescenza, del liceo. Ero e sono innamorata di questi versi.
Erichto è un essere straordinariamente misterioso, che mi ha affascinata fin da subito, un "qualcosa" che valica la soglia dell'umana natura, di cui difficilmente può essere tratteggiato un chiaro ritratto, perchè tutto ciò che le appartiene è confuso e ambiguo, ed ha il colore della morte, il sapore del maligno.
Abita i sepolcri, parla con le anime dei morti, percepisce presenze ultraterrene, gode del favore degli dèi infernali, conduce un'ambigua esistenza, del tutto estranea a ogni forma di vita sociale, tutta immersa in una dimensione notturna, mai diurna, conosce tutti i segreti dell'oltretomba...
A lei si rivolgevano coloro che volevavo sapere il futuro, perché essa, in cambio di enormi somme di denaro o di particolari sacrifici, poteva far rivivere i morti, i quali conoscevano il futuro.
Anche Dante la cita nel Canto IX dell'Inferno quale responsabile della prima discesa di Virgilio nell'Inferno (quella con Dante sarebbe stata quindi la seconda). Si tratta di un'invenzione del poeta italiano, che usa questo stratagemma per dare alla sua guida quella conoscenza necessaria per accompagnarlo nel difficile viaggio tra i dannati.
Goethe la citò nella sua opera Faust.
Forse ci rivedevo (rivedo) il mio lato oscuro? Non sono mica una strega satanista però eh!!! :)
Intendiamoci!:)
A voi, questi splendidi versi.
Intendiamoci!:)
A voi, questi splendidi versi.
" L'efferata Erictho, condannati tali barbari riti,
e incantesimi d'una gente sinistra perchè troppo pietosi,
aveva sospinto la sordida arte a nuove pratiche.
Era per lei un sacrilegio inchinare il macabro capo
ai tetti d'una città o ai Lari; abitava i vuoti sepolcri
e occupava i tumuli, scacciate le ombre, grata
agli dèi dell' Erebo. Nè i Celesti, nè l'essere viva le impedivano di assistere alle silenti riunioni dei morti,
di conoscere le dimore dello Stige e i misteri del sotterraneo Dite.
Un'orribile magrezza scavava le guance della sacrilega, e la faccia
ignara al cielo sereno era orribilmente oppressa
dal pallore stigio e gravata dalla chioma scomposta. Se un nembo
o cupe nubi offuscano le stelle, la Tessala esce
dai nudi sepolcri e cerca di catturare i fulmini notturni.
[...]
Non prega i Celesti, non invoca con supplice canto l'aiuto di un nume [...]
s'inebria nel porre sulle are funeree fiaccole
e incenso che ghermisce dai roghi funebri.
[...]
Seppellisce nelle tombe anime che ancora vivono
e reggono i corpi; per altri ai quali il fato riserba
anni di vita, costringe la morte a venire; e pervertendo le esequie,
trae i cadaveri dai tumuli, e le salme fuggono dalle bare.
[...]
Si getta sulle care membra, e imprimendovi un bacio [...] soffia tra le gelide labbra un murmure, e invia
qualche nefando segreto alle ombre dello Stige.
[...]
I consueti e fidi ministri
delle sue scelleratezze, vagando fra tumuli e sepolcri profanati,
la scorsero lontano assisa su una roccia scoscesa,
dove l'Emo degradando continua i gioghi di Farsalo. "
e incantesimi d'una gente sinistra perchè troppo pietosi,
aveva sospinto la sordida arte a nuove pratiche.
Era per lei un sacrilegio inchinare il macabro capo
ai tetti d'una città o ai Lari; abitava i vuoti sepolcri
e occupava i tumuli, scacciate le ombre, grata
agli dèi dell' Erebo. Nè i Celesti, nè l'essere viva le impedivano di assistere alle silenti riunioni dei morti,
di conoscere le dimore dello Stige e i misteri del sotterraneo Dite.
Un'orribile magrezza scavava le guance della sacrilega, e la faccia
ignara al cielo sereno era orribilmente oppressa
dal pallore stigio e gravata dalla chioma scomposta. Se un nembo
o cupe nubi offuscano le stelle, la Tessala esce
dai nudi sepolcri e cerca di catturare i fulmini notturni.
[...]
Non prega i Celesti, non invoca con supplice canto l'aiuto di un nume [...]
s'inebria nel porre sulle are funeree fiaccole
e incenso che ghermisce dai roghi funebri.
[...]
Seppellisce nelle tombe anime che ancora vivono
e reggono i corpi; per altri ai quali il fato riserba
anni di vita, costringe la morte a venire; e pervertendo le esequie,
trae i cadaveri dai tumuli, e le salme fuggono dalle bare.
[...]
Si getta sulle care membra, e imprimendovi un bacio [...] soffia tra le gelide labbra un murmure, e invia
qualche nefando segreto alle ombre dello Stige.
[...]
I consueti e fidi ministri
delle sue scelleratezze, vagando fra tumuli e sepolcri profanati,
la scorsero lontano assisa su una roccia scoscesa,
dove l'Emo degradando continua i gioghi di Farsalo. "
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